Piqué [piké] - termine francese; dal verbo piquer, col significato di piccato, punzecchiare.
1. Tessuto a telaio, in genere, di cotone o altre fibre anche in mischia con elastam, su armatura tela a due facce divergenti: una che sembra liscia (rovescio) l'altra a effetti ornamentali caratteristico per la sua superfice ad incavi e a rilievi, ottenendo effetti di costina, a rombi, a quadri, a puntini, a scaletta, ad occhio di pernice. È costituito da quattro elementi: due orditi (uno di fondo ed uno supplementare, molto lento) e due trame (una di fondo ed una per imbottitura) di diversa finezza. L'effetto è ottenuto dalla depressione prodotta dalla catena supplementare, fortemente tesa che passando sulle trame le obbliga ad abbassarsi in quel punto e a formare un incavo. Quando si presenta con righine sottili è detto “mille-righe” o “duemila-righe”.
2. Tessuto a maglia realizzato su macchine monofrontura (base rasata) o bifrontura (base a costa o interlock) con punti di imboccatura o di maglie trattenute che creano sulla superficie del tessuto dei piccoli rilievi. Tipico è il piqué “Lacoste” (base maglia rasata) impiegato per la produzione di polo. La superficie a piccoli rilievi determina una buona capacità di assorbimento, mentre la base in rasata non comporta un eccessivo spessore.
In italiano, frequentemente, è detto anche Picché. Talora si usa anche la dicitura Piquet. Meno usato il termine piccato.
IMPIEGHI - È usato per capi estivi soprattutto per le polo ma anche camicie, abiti per bimbi, meno per abbigliamento maschile o femminile (giacche, gonne). Si realizzano in tessuto piquet a niotevole rilievo i papillon dei frac. Il tessuto è impiegato anche nella biancheria da letto , in particolare copriletti e trapunte. I colori sono tradizionalmente chiari (classico il bianco).
Giacca Armani Junior in piquet blu
CURIOSITÀ - Il marchio commerciale che reca cucito sul davanti dei capi un piccolo coccodrillo verde (molto conosciute le polo in piqué) ha preso il nome dal tennista René Lacoste (Francia, 1905-1996), soprannominato “le crocodile” (il coccodrillo) per la sua grinta, fondatore nel 1933 di una linea d'abbigliamento sportivo.
Il prodotto emblematico di Lacoste, secondo il direttore generale, nasconde il suo segreto di longevità «in un mix di qualità e innovazione». Mentre il procedimento di fabbricazione non è mai cambiato dal 1933: ci vogliono sempre 25 chilometri di un cotone a fibra estremamente lunga per concepire la texture a nido d’ape resistente del prodotto; i due bottoni di chiusura sono di madreperla, mentre ogni polo deve passare 16 controlli prima di arrivare sullo scaffale di un negozio.¹
Il prodotto emblematico di Lacoste, secondo il direttore generale, nasconde il suo segreto di longevità «in un mix di qualità e innovazione». Mentre il procedimento di fabbricazione non è mai cambiato dal 1933: ci vogliono sempre 25 chilometri di un cotone a fibra estremamente lunga per concepire la texture a nido d’ape resistente del prodotto; i due bottoni di chiusura sono di madreperla, mentre ogni polo deve passare 16 controlli prima di arrivare sullo scaffale di un negozio.¹
René Lacoste
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₁ Lacoste, il successo in una polo - Articolo di Francesca Sottilaro; Italia Oggi, 29.08.2014
Rames Gaiba